Conoscenza

da Per amore di una donna

Ti saluto: saluto te che sei maga e amica dei maghi ! Amica dei solitari.
Amica degli eroi. Amica degli amanti. Amica dei buoni e dei malvagi.
Conoscitrice di misteri notturni. Dimmi: là dove c’è un conoscitore, non
c’è già forse qualcosa di più del conoscibile ?

Ernst Junger da ‘Il contemplatore solitario’

Solo oggi, inchiodato che sono ai miei
rimpianti, tornato alla polvere delle mie nostalgie, solo ora capisco le
sue parole, conosco l’imprevedibilità della memoria e gli abissi del
rimorso .

Si può nascondere tutto dentro una scatola, una gabbia, un
armadio, una stanza. Anche l’amore lo si può rinchiudere ? mi disse
Yaakov ma la memoria ha tutte le chiavi, e la nostalgia, Zayde,
quella passa anche attraverso i muri.

Lei, la più giovane fra tutti gli innamorati di Yehudit, l’amava
dell’amore più giusto e più profondo, un amore volontario.

Ogni
volta che incappo nel caos che, volente o nolente, domina la mia
esistenza, e non sopporto più l’abisso di ipotesi e illazioni, allora mi
consolo con il prodigioso procedere delle cose minime.

Di Meir Shalev

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da Narciso e Boccadoro

Non è il nostro compito quello di avvicinarci…la nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci e imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento.

Di Herman Hesse

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Bisogna assomigliarsi un po’ per comprendersi, ma bisogna essere un po’ differenti per amarsi.

Di John Gray

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da Coltivare l’anima

La conoscenza e’ divenuta oggetto stabile di un desiderio al quale solo
in casi eccezionali si resiste, al quale prima o poi si cede: simile al
desiderio erotico o meglio, ancor più primariamente, a quello di cibo.
La straordinaria popolarità della figura di Ulisse sta tutta qui.
Ma se di un trasferimento di istinto si tratta, esso ne e’ anche una
degenerazione, che trascende la sua origine facendosi onnipotente,
quindi malato, quindi prima o poi autodistruttivo.
Ulisse resiste alla fame e agli stenti, ma non al bisogno di conoscere
che lo spinge fin dentro la caverna del Ciclope.

Se Ulisse è la curiosità che si fa stabile bisogno di conoscere, il
Ciclope rappresenta l’istinto nella sua rozzezza di natura.
L’uomo avviato verso la conquista del perpetuo sapere non puo’
permettersi di ucciderlo; ne’ gli basta disporre occasionalmente di
questa forza di natura –l’energia dell’istinto- quando ha bisogno di cibo.
Vuole conoscerla perche’ ne e’ affascinato.

Ma l’avventura costa a Ulisse i migliori compagni, poi la collera del
dio Poseidone che gli imporra’ altri naugragi.
Tornera’ a Itaca da solo.
I suoi compagni sono morti tutti.
Neppure la conquista di Troia gli e’ costata cara come quel bisogno di
conoscenza.

Edipo trovera’ la sua dannazione non a causa di un impulso sessuale, ma
perche’ vuol conoscere a tutti i costi le proprie origini.
Tiresia rappresenta una modalità di conoscenza saggia, misterica,
rispettosa dei limiti naturali.
Edipo invece e’ un ulisside, che gli oppone un bisogno di sapere fino in
fondo, profeticamente laico e illuminista, Tiresia conosce, ma sa che e’
meglio non svelare: non sciogliere in nome delle semplificazioni della
ragione, la complessita’ e l’ambivalenza che connotano l’emozione
profonda, il simbolo, le esperienze psichiche primarie.
Anche qui l’insegnamento del mito sulla maledizione del conoscere e’
tremendo.

Per l’uomo moderno e’ invece normale morire disperato perche’ a ogni età
ha un eccesso di fame da saziare.
Da un punto di vista esistenziale, ci rinfranca sapere che persone anche
molto anziane vogliano ancora conoscere tante cose: ci sembrano
discendenti di Ulisse che prolungano nel tempo quel bisogno di viaggiare
che il re di Itaca soddisfaceva nello spazio.
Ma dal punto di vista del rispetto per la verita’, ci sgomenta
constatare che quest’uomo moderno , che vorrebbe ampliare all’infinito
la conoscenza, e’ anche il primo della storia a imporre di fatto ai
medici di nascondergli il vero quando gli scoprono una malattia mortale.
Partito alla ricerca del vero come Edipo e’ giunto a restaurare
l’indicibile come Tiresia.
La fine non può essere nominata.

Di Luigi Zoja

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Il cinema ha in comune con l’amore che non conosce mai
leggi

Di Francois Truffaut