Ferita

da Che tu sia per me il coltello

Semplice come il bacio che si dà a un bambino quando viene a mostrarti
una ferita.
Il cuore si spezza al pensiero che si possa guardare così un adulto.

Di David Grossman

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da Non ti muovere

Sa che sto soffrendo, le dispiace.
Lei non si scansa davanti al dolore, anzi gli va incontro.
Quella sua mano mi conforta.

Lei è alle mie spalle, sontuosa come sempre, lei che riempie i luoghi di se stessa.

Ero colpevole solo in parte, mi ero limitato a lasciarla sola.
In quell’abbandono si annidava la mia assuefazione alla viltà.

Certo siamo due reduci.
Camminiamo accanto a una ferita, dobbiamo stare attenti a dove posiamo le
parole.

Non per noi.
Non siamo amici, ne’ lo saremo mai.
Siamo stati amanti prima ancora di conoscerci.
Ci siamo scambiati la carne forsennatamente.
E ora è così strana questa cortesia che è scesa tra noi.

Nessuno saprà mai nulla di quanto ci siamo stretti e frugati, e della vita che è corsa fin qui, fino a questo mio braccio posato sul lenzuolo dove lei è stata e che ora sta perdendo il suo tepore.
Qualcuno raccoglierà i nostri sogni, qualcuno meno imperfetto di noi.
Noi facciamo il lavoro sporco.

Mi sollevo, cerco i suoi occhi. E ora una sua mano si stacca da terra, si avvicina al mio viso e lo carezza.
E quando quella mano fredda come la pietra dov’era posata si ferma sulla mia guancia, io so che la amo.

Di Margaret Mazzantini

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da Le giovani parole

Ormai è sazio
di ferite e di cielo. Si chiama
uomo. Si chiama donna. E’ qui
nel celeste del pianeta-
dice mamma. Dice cane
o aurora.
La parola amore l’ha inventata
intrappolato nel gelo.
Perso. Lontano. Solo. L’ha scritta
con ditate di rosso
in un silenzio caduto giù
dalla neve.

Di Mariangela Gualtieri

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da Poesie in forma di rosa

Dilagò la nevrosi, attraverso la ferita.
E la morte venne allora dalla vita, dai regni che si estendono oltre la sua
ombra, dove c’è soltanto luce, la stupenda luce del futuro.
Ciò che hai saputo, hai saputo: il resto non lo saprai.
Non lo saprò?
E allora che senso ha avuto una vita che non è altro che passato e con
esso nasce ogni giorno, come un rosaio?

Di Pier Paolo Pasolini