Commenti e traduzioni di Giovanna Capello al secondo intermezzo musicale

▪ Tout entiere di Baudelaire

In “Toute entiere” l’immagine gloriosa del corpo femminile, con le sue forme nere e rosee – “corpo che incanta e innamora” – si espande con un’intensità pervasa da inquietudine sottile.
Una bellezza tutta intera è una bellezza che non prevede scelte, diminuzioni; è una perfezione violenta, che non lascia scampo.
E’ l’immagine del corpo materno, la cui bellezza cupa e viscerale riempie tutto lo spazio e stordisce con la sua rigogliosa pienezza.
Dalla donna di questi versi, che “abbaglia come l’Aurora e come la Notte consola…il cui respiro è musica e la cui voce è profumo”,
da qui, all’immagine della donna come “Bestia implacabile e crudele” che Baudelaire ci offrirà altrove, il passo è piuttosto breve…..

Tutta intera (Baudelaire)

Questa mattina, nel mio sottotetto,
mi ha fatto visita il Demonio
e per cogliermi in fallo
mi ha chiesto:
“Mi piacerebbe tanto sapere
di tutto quello che la rende incantevole,
tra le forme nere e rosee
del suo corpo leggiadro,
che cosa è più dolce?”

E tu, anima mia,
tu hai risposto al Nemico:
“Poiché tutto in lei come dittamo
profuma, nulla prediligo.

Se tutto m’incanta e m’innamora,
A sedurmi non è una cosa sola.
Lei abbaglia come l’Aurora,
e come la Notte mi consola;

è un’armonia troppo profonda
il suo corpo
perché un’insulsa analisi
ne annoti i numerosi accordi.

In mistica metamorfosi fusi,
son tutti i miei sensi in uno:
il suo respiro è per me musica,
la sua voce è per me profumo.”

 

▪ Le loup criait di Rimbaud

Un lupo sazio, un ragno nella siepe, un bosco antico:
questa poesia è il manifesto del poeta come Veggente, che spalanca varchi nella realtà con la forza delle sue visioni.
Il poeta parla per “ombre”, come si addice al linguaggio profetico.
Scrive Rimbaud: “Il poeta è veramente un ladro di fuoco. Ha a suo carico l’umanità, e perfino gli animali: dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni…Se ciò che riporta da laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, darà l’informe.”
E’ il furore, quello di Rimbaud, ribelle e visionario della mente adolescente che coltiva in sé sensazioni assolute e allucinate: ma il poeta non può che essere – sempre – adolescente e folle. Come scrive Paul Valéry: “Rimbaud rappresenta tutti i crimini e i moti della pubertà”:
Del resto, duemilacinquecento anni prima, Socrate descrive il poeta come un essere leggero, alato, sacro; incapace di poetare se prima non sia uscito di senno e più non vi sia in lui raziocinio….

Il lupo ululava (Rimbaud)

Il lupo ululava tra le foglie
sputando le belle piume
del suo pasto di pollame:
come lui io mi consumo!

L’insalata, la frutta
aspettano solo di essere colte;
ma il ragno della siepe
non mangia che violette.

Che io possa dormire! o bollire
sugli altari di Salomone.
Il brodo scorre sulla ruggine
e si mescola al Cédron.