“L’emancipazione dall’autorità dei genitori, dell’individuo che cresce è uno degli esiti più necessari, ma anche più dolorosi, dello sviluppo. E’ assolutamente necessario che tale emancipazione si compia , ed è presumibile che chiunque sia divenuto normale l’abbia in maggiore o minore misura portata ad effetto. Anzi: lo stesso progresso della società si basa su questa contrapposizione fra generazioni successive.” (da Sigmund Freud [1908], in OSF, vol. V, pag. 471).
Come si sa il problema della trasmissione della competenza psicoterapeutica è un’impresa, come tutto ciò che implica insegnamento e governo, praticamente impossibile. La nostra didattica è quindi massimamente impegnata anche a portare gli allievi ad esprimere, sulle orme di Bion, ciò che pensano e sentono in tempo reale. Ciò comporta anche sviluppare la relazione tra docenti e allievi all’insegna della libertà espressiva, magari con l’aiuto dell’ironia, del gioco e del divertimento appassionato. Del resto per noi quello della meta-comunicazione è un fiore all’occhiello, e spesso ricorriamo al mondo del teatro e della regia perché sia possibile sviluppare una sensibilità che armonizzi parola ed espressione corporea. Solo sperimentandosi a livello di meta-comunicazione e acquisendo una disinvoltura nella propria espressività, solo così si può diventare buoni terapeuti, non avendo paura del giudizio e dell’aggressività propria e altrui. Solo cosi potremo essere tutti, docenti, allievi e pazienti, capaci di portare a termine una terapia. E un’analisi finisce, secondo Ferro, Ogden e altri, quando la coppia terapeutica, nella reciproca intesa, diventa capace di dirsi qualsiasi cosa ritenga necessario dirsi.
Molte sono le esperienze offerte dalla nostra scuola per raggiungere questi obiettivi. Una di queste: il 12 gennaio 2013 abbiamo affidato gli allievi per un intero week end ad un regista televisivo per realizzare un corto, che è diventato la presentazione ironica e affettivamente canzonatoria della loro esperienza formativa all’interno della SPC…
Ringraziamo innanzitutto il regista Massimo Verni che ha accettato, con passione e divertimento, di mettere la sua professionalità e la sua esperienza al servizio della piccola squadra di non attori; ringraziamo gli allievi che hanno partecipato alla ideazione e alla realizzazione del corto e hanno accettato di deporre i loro abituali abiti seri e intellettuali per ‘giocare’ alla costruzione di trame di senso che hanno potuto godere della libertà dell’improvvisazione, della spontaneità e del movimento e dell’appropriarsi delle sensazioni corporee così spesso dimenticate nella pratica psicoterapeutica.
Presentazione video
Per comprendere a pieno il valore del documento che stiamo per presentarvi, vi saranno utili alcune informazioni sulle modalità formative della Scuola.
La vita della scuola, si volge con tipologie formative diverse: dalle classiche “lezioni frontali” ai “gruppi” di diverso tipo. Le lezioni frontali sono prevalentemente tenute dai docenti interni della scuola. Spesso le lezioni frontali vengono tenute da illustri docenti esterni, anche stranieri, che portano la loro esperienza di psicoterapeuti in interventi di tipo seminariale. È usanza ormai consolidata che, se il docente lo desidera, si presenti a lezione accompagnato dal proprio cane.
Veniamo ai gruppi; i gruppi proposti dalla scuola sono di stampo teorico diverso: si va dal Gruppo Psicoanalitico, basato sulla parola e sull’importanza e la ricchezza dello scambio verbale. Al suo interno i partecipanti possono parlare liberamente di ciò che sentono, che vivono e che provano, confrontandosi con gli altri membri del gruppo. Poi c’è il Gruppo Psicodramma, basato sulla “messa in scena” delle proprie emozioni più profonde, utilizzando la forza della drammatizzazione. Infine il Gruppo Gestalt è lo spazio privilegiato per l’espressione, la lettura e la condivisione delle proprie emozioni più intime, attraverso tecniche orientate proprio ad agevolare la loro espressione.
Momento particolarmente importante di ogni anno di corso è il weekend cosiddetto “residenziale”; durante questo weekend lungo tutti gli studenti e una parte dei docenti hanno la possibilità di lavorare in gruppo e vivere insieme per 3 giorni, di solito presso una struttura recettiva adatta a questo scopo.
Al di fuori dell’orario diciamo “scolastico”, l’attività dello psicoterapeuta in formazione, continua: parte importantissima hanno sia la sua analisi personale, sia l’attività di supervisione dei casi da lei/lui seguiti.
L’analisi personale è chiaramente il luogo principe per elaborare intimamente il significato che per ciascuno ha diventare ed essere psicoterapeuta. La supervisione dei casi seguiti è uno spazio di confronto con uno psicoterapeuta esperto ed è un momento nutriente, creativo e imprescindibile soprattutto nei primi anni di attività.
Bene, pensiamo che ora, con queste informazioni, vi sarà forse più facile comprendere il senso di questo nostro documento. Non ci resta quindi altro che augurarvi “buona visione!”.
Cristina Zoldan per gli alievi