▪ Voyelles di Rimbaud
Rimbaud crede agli incantesimi, e come in un incantesimo racconta le vocali: una sorta di ballata in cui le lettere si presentano in un susseguirsi di analogie cromatiche….
A, nera, come le mosche che ronzano su crudeli fetori. A è la morte;
E, candida, come i vapori e le tend
e. E è il sogno dell’innocenza e della purezza;
I, porpora, come il sangue e le labbra. I è il segno della passione e dell’ebbrezza;
U, verde come i pascoli, ha la forma delle rughe sulla fronte dello studioso. U è silenzio, e pace;
O, blu e circolare, è il simbolo della perfezione e dell’infinito. O è l’omega, il principio e la fine, e il suo blu declina in viola, segno dell’Apocalisse …
Vocali (Rimbaud)
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu:
vocali, io dirò un giorno le vostre segrete origini:
A, nero corsetto villoso delle mosche lucenti
che ronzano intorno a crudeli fetori,
golfi di ombre; E, candori di vapori e di tende,
lance di fieri ghiacciai, re bianchi, brividi di infiorescenze;
I, porpora, sangue sputato, riso di belle labbra
nella collera o nelle ubriacature penitenti;
U, cicli, fremiti divini di mari verdi,
pace dei pascoli disseminati di animali, pace delle rughe
che l’alchimia scava nelle ampie fronti studiose;
O, tromba suprema piena di stridori strani,
Silenzi solcati dai Pianeti e dagli Angeli:
O, l’omega, raggio viola dei Suoi Occhi!
▪ Il battello ebbro (Rimbaud)
(….)
Conosco i cieli che squarciano in lampi e le trombe
e le risacche e le correnti: conosco le sere,
le Albe esaltate come uno stormo di colombe,
e ho visto a volte ciò che l’uomo ha creduto di vedere!
Ho visto il sole basso, macchiato di mistici orrori,
illuminare lunghi coaguli violacei,
simili ad attori di drammi antichi,
e i flutti scroscianti in lontananza i loro fremiti di persiane!
Ho sognato la notte verde delle nevi abbagliate,
bacio che sale lento agli occhi dei mari,
le correnti d linfe sconosciute
e il risveglio giallo e bluastro di fosfori cantori!
(….)
Ho visto fermentare immense paludi, reti
dove imputridisce fra i giunchi un Leviatano,
frane d’acqua in mezzo alle bonacce,
e in lontananza, cateratte precipitare verso il baratro!
Ghiacciai, soli d’argento, onde perlacee, cieli di brace!
Orride secche sul fondo di golfi scuri
dove giganteschi serpenti, divorati dai fetori,
cadono, da alberi contorti, con acri profumi!
(….)
Libero, fumante, cinto da brume violette,
io, che penetravo il cielo rosseggiante come un muro
che porta licheni di soli e catarri d’azzurro –
squisita confettura per buoni poeti;
Io che correvo, macchiato da lunule elettriche,
legno folle, scortato da neri ippocampi,
quando luglio faceva crollare a scudisciate
i cieli oltremarini dai vortici infuocati…….
La condizione del Veggente è quella del non-ritorno: dopo aver conosciuto l’indicibile, il battello-Rimbaud non può più rientrare dentro i confini di una vita usuale, non può più accontentarsi di trasportare cotone o di approdare in porti tranquilli….
O meglio, forse solo in un luogo può tornare: sfinito, spezzato, al battello non resta altra possibilità che quella di rimpiangere la pozzanghera della sua infanzia: quella in cui un bambino affidava alla corrente la sua barchetta di carta leggera….
Ha 17 anni, Rimbaud, quando scrive questi versi: e già sapeva, il poeta veggente: a vent’anni, il suo viaggio poetico si interromperà per sempre.
▪ Canzone….
I viaggi poetici, in realtà, non finiscono mai….
A 21 anni, la poetessa Antonia Pozzi scriveva questi versi, in cui secondo me ineludibile è l’eco del “Battello ebbro” di Rimbaud….
Io vengo da mari lontani –
io sono una nave sferzata
dai flutti
dai venti
macerata
dagli uragani
Io sono una nave
una nave che porta
in sé l’orma di tutti i tramonti
solcati sofferti
io sono una nave che cerca
per tutte le rive
un approdo.
Risogna la nave ferita
il primissimo porto.
quando per troppa vecchiezza
per troppa stanchezza
naufragherà
nelle sue mute
acque
la greve nave sfasciata
I poeti, sempre, sono i nostri Ulisse, a bordo di battelli ebbri.
Il loro viaggio, è il nostro.