da Il balcone del corpo
Chi cura la ferita di questa notte, il terrore
che attanaglia i piccoli,
la bambina che resta in piedi per ore nonostante la stanchezza
spaventata da una malattia invisibile?
Che faccio delle parole? Come le uso per consolare?
Premendole l’una contro l’altra come mani?
O come spugne imbevute d’aceto?
Dove metto la mia sete di giustizia e quella di verità
dove dirigo il mio spavento per non spaventare chi amo?
Come possiamo dire “massacro”
se i numeri ci frastornano e colano sulla realtà offuscandola?
Antonella Anedda
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da Quoi? L’eternitè
Del corpo nulla mi ripugna.
Marguerite Yourcenar
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da Testamento
Dies irae Tu insegui le mie forme, segui tu la giustezza del mio corpo e non mai la bellezza di cui vado superba. Sono animale all’infelice coppia prona su un letto misero d’assalti, sono la carezzevole rovina dai fecondi sussulti alle tue mani, sono il vuoto cresciuto sino all’altezza esatta del piacere ma con mille tramonti alle mie spalle: quante volte, amor mio, tu mi disdegni.
Alda Merini
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da Il corpo è quello
Il corpo è quello Il corpo è quello che ti succederà. Quello che c’è e non sai. Quello che viene e accogli. La gioia, il male.
Paolo Loreto
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da un’intervista A che tempo che fa
L’imparare a prendersi cura di altre persone e la cura delle altre persone mi sembra che parta dalla capacità di occuparsi proprio del corpo. I bisogni del corpo hanno proprio una prevalenza, ma in realtà non è il proprio corpo, ma il corpo degli altri. Io avevo questa ambizione: di scrivere un romanzo su ragazzi che imparano a prendersi cura del corpo.
Paolo Giordano