Il Prof. spiega via Internet

commento di Cinzia Della Casa
fonte TG1

La notizia

Entro il 2005 Internet entrerà nell’85 per cento delle scuole con progetti di E-learning e possibilità di collegamento degli studenti anche da casa attraverso la rete. Questo ed altro prevede il progetto Internet@scuola frutto della convenzione siglata oggi dai ministri dell’Istruzione Letizia Moratti e delle Comunicazioni Maurizio Gasparri… Il progetto pilota, presentato questa mattina dai ministri, coinvolgerà inizialmente 50 scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia… Il progetto coinvolgerà anche gli ospedali dotati di sezioni scolastiche distaccate.
TG1, 17 luglio 2002

Il commento

Il giornalista del Telegiornale chiudeva il servizio commentando: “chissà se i bambini saranno poi così contenti di poter essere interrogati anche quando sono all’ospedale”. La battuta del giornalista mi ha fatto riflettere sugli usi diversi che possono essere fatti di uno strumento importante come quello di Internet e sull’insegnamento attraverso di esso anche e soprattutto in relazione alla malattia.

Penso infatti che la “telescuola” possa consentire agli studenti un contatto continuo con i docenti, dare loro la possibilità di approfondire le proprie conoscenze attingendo dalle fonti in rete ed ampliando i loro punti di vista. Mi sembra però che la grande maggioranza dei bambini e dei ragazzi sia in grado di utilizzare il computer ed Internet, anche se non sempre a scopi didattici, mentre quello che manca loro è la presenza di un adulto, un insegnante, che possa non tanto istruire quanto prendersi cura della loro crescita emotiva.

Ciò che conta, infatti, dovrebbe essere stimolare il loro interesse, unico motore vero per arrivare ad un sapere “sudato”, espressione di una passione autentica e non semplice adeguamento a parametri di nozionismo e di profitto che non possono far altro che isterilire e mortificare la creatività e l’entusiasmo dei ragazzi. Il rischio, in definitiva, mi sembra possa essere quello di lasciare i bambini ed i ragazzi ancora una volta soli.

Il computer portatile e l’insegnamento a distanza, nel caso di bambini ospedalizzati, possono essere uno strumento valido per far si che il bambino si possa sentire meno diverso rispetto ai suoi coetanei che frequentano regolarmente la scuola permettendogli di non restare troppo indietro rispetto al programma scolastico e di mantenere, contemporaneamente, un collegamento con la vita esterna.

Il titolo del servizio del telegiornale “Il prof. spiega via Internet” e la domanda che si faceva il giornalista, rispetto alla voglia del bambino di poter essere interrogato mentre si trova all’ospedale, mi sembra riflettano un’idea di apprendimento passivo in cui l’insegnante può solo spiegare la lezione ed interrogare mentre al ragazzo non resta altro che ascoltare e rispondere.

La sfida che l’utilizzo del computer portatile e la possibilità di collegarsi in rete lanciano mi sembra, sia proprio quella di riuscire a pensare all’insegnamento in un modo nuovo che consenta di incentivare le capacità e le potenzialità creative del bambino facendolo sentire protagonista di una ricerca volta all’acquisizione di nuove conoscenze.

La possibilità di programmi interattivi che permettano al bambino di cercare risposte, trovare soluzioni, costruire una storia, fornirgli dei metodi di autovalutazione, potrebbero essere un modo per non farlo sentire passivizzato, soprattutto nel caso di bambini ospedalizzati già fortemente passivizzati dalla malattia.

Una stimolazione che porti allo sviluppo della creatività può rappresentare inoltre un elemento che aiuta il bambino ad avere maggior fiducia nelle sue risorse che egli può mobilitare non solo per l’apprendimento ma anche per la guarigione.